N° 76
1.
Un’installazione militare segreta sotto Camp Lehigh in Virginia. Il
Maggiore Elizabeth Mary Mace del Corpo dei Marines ringrazia il cielo di non soffrire
di claustrofobia mentre scende livello dopo livello. Guarda i suoi compagni
della cosiddetta Commissione d’Inchiesta: il Tenente Comandante di Marina Martin
Luther King Mitchell, attraente afroamericano, collega nel J.A.G.[1]
della Marina, amico e molto di più; il maggiore William Matthew “Matt” Talbot dei
C.I.D.[2]
dell’Esercito, cupo e riservato; il Colonnello Carolyn “Cary” St. Lawrence,
anche lei dell’Esercito, ma appartenente ai Servizi Speciali, apparentemente
una donna dal carattere d’acciaio. E infine c’è lui: il Colonnello Michael
Rossi dell’Aviazione, appartenente alla D.I.A.,[3]
suo superiore in quel dipartimento e occasionale amante, cosa che crea in Liz
diversi sensi di colpa.
Il
loro compito è investigare sui tentativi clandestini di riprendere il Progetto Rinascita,
lo stesso che nel 1940 trasformò il fragile Steve Rogers in Capitan America. Il
loro compito è tutt’altro che facile perché c’è chi vuole ostacolarli e non
esita a ricorrere ai mezzi più drastici per riuscirci.
Dopo
aver percorso un lungo corridoio, il gruppetto arriva in una sala, dove due
donne in camice bianco stanno discutendo.
-Non sono sicura.- sta dicendo la più anziana.
Un’afroamericana dai capelli bianchi.
-Eppure deve essere così.- risponde l’altra,
giovane, attraente e chiaramente proveniente dall’India, come attestato anche
dal suo accento.
L’oggetto
del loro contendere è un ragazzo dai capelli castani in piedi su una vicina
pedana e chiaramente sottoposto ad esami.
-Dottoressa Calvin, Dottoressa Rao…- le
interrompe Rossi -Siete giunte a qualche conclusione sul nostro soggetto?-
-Non definitiva.- risponde Wilma Calvin,
l’afroamericana anziana.
-Per me sì.- replica Kavita Rao, l’Indiana.
Scienziati,
pensa Rossi, due teste e due opinioni.
-E a quali conclusioni sareste giunte finora?-
-Gli esami dimostrano che le cellule di
Michael Van Patrick sintetizzano spontaneamente i componenti chimici del siero
del supersoldato.- spiega la Calvin -In altre parole, fa parte dei suoi sistemi
vitali e ogni tentativo di sopprimerlo si è rivelato inutile.-
-È un mutante, dunque?- chiede Marty Mitchell.
-Io credo di sì.- risponde la Rao -Né suo
padre, né sua madre hanno caratteristiche simili nel loro genoma.-
Il
che solleva interessanti interrogativi, pensa Liz.
Falcon vola sopra la città. Può essere una delle ultime volte che lo fa
prima di partire per Washington e vuol godersela fino in fondo.
Atterra davanti al 28° Distretto e
vi entra senza ostacoli, aiutato anche dalla sua tessera da Vendicatore e
raggiunge il piccolo ufficio messo a disposizione della Task Force che indaga
sull’omicidio di Kamal Rakim e sui recenti raid razzisti dei Figli del
Serpente.
-Volevo sapere se
gli interrogatori dei Figli del Serpente catturati ieri hanno dato risultati.-
chiede.
-La maggior parte
di loro non parla.- risponde l’Agente Speciale McElroy -Anche la vecchia
minaccia di mandarli a Guantanamo non funziona più di questi tempi. Grazie agli
altri abbiamo scovato un paio di covi, ma la tana principale era già stata
sgombrata.-
-Ho un’idea per dar
loro il colpo di grazia ma mi serve il vostro auto… il vostro e quello di certi
amici.-
-Dicci cosa vuoi.-
replica il Sergente Lou Snider.
E Falcon glielo spiega.
Sede provvisoria del F.B.S.A.[4]
a Quantico, Virginia, Il Vice Direttore Esecutivo responsabile per le
Investigazioni Jack Norriss è a colloquio col Direttore Jasper Sitwell e la
Vice Direttrice ad Interim a capo sezione Risorse Superumane Maria Hill.
-Abbiamo tracciato
i pagamenti fatti all’organizzazione che ha trasportato Jill Stacy dalla
Florida a Madripoor.- sta dicendo Norriss.
-E?- chiede la
Hill.
-Ci siamo imbattuti
in una serie di scatole cinesi, di banche che rimandano ad altre banche,
società off shore e simili. I nostri contabili ci stanno lavorando e se arriviamo
al bandolo della matassa, arriveremo anche al Consorzio Ombra.-
-Lo spero davvero.-
dice Jasper Sitwell -Voglio vendetta… no: voglio giustizia per i nostri morti.-
Norriss tace qualche attimo poi si
decide a dire:
-Non dimentichiamo
che a darci l’imbeccata è stata quella giornalista:Joy Mercado. Ha promesso di
non divulgare la storia per ora.-
-Giornalisti, bah!-
commenta la Hill -Io non mi sono mai fidata di loro.-
-Miss Mercado avrà
il suo scoop quando lo diremo noi.- conclude, infine, Sitwell -Per ora
ringraziatela per l’aiuto.-
Ma non basterà a tenerla a freno,
pensa Jack.
2.
South Bronx. Elijah
"Eli" Bradley sta facendo una
sessione di allenamento in palestra sotto l’occhio attento di Abraham Brown, un
nero dai lunghi baffi e una pettinatura afro decisamente in controtendenza sui
tempi moderni. Indossa quella che è la divisa ufficiale dei proprietari della
palestra, noti anche col nome di Figli della Tigre: gilet giallo sul petto
nudo, pantaloni verdi e sandali dello stesso colore.
-Sei in gamba, ragazzo…- gli dice -... stai facendo molti progressi ma
hai troppa rabbia dentro di te.-
-E questo che vorrebbe dire?- ribatte Eli seccamente.
-Che dovresti imparare a dominarla e non fartene dominare. Le arti
marziali non sono solo discipline di combattimento. Non servirà a nulla saper
combattere se sarà solo la rabbia a guidare le tue azioni.-
-Ah, risparmiami le scemenze filosofiche, vecchio. Che vuoi saperne tu?-.
Abe Brown lo afferra per
il bavero e lo solleva da terra con una mano sola e senza sforzo apparente
-Ragazzino insolente ed idiota…- gli dice -… quando tu portavi ancora i
pannolini, io imparavo i duri fatti della vita per le strade di Harlem. Credi
che la vita per quelli come noi sia dura oggi? Dovevi esserci trent’anni fa.-
-Basta!- ribatte Eli -Sono stufo di quelli come te che vogliono darmi
lezioni di vita.-
Prova a sferrargli un
pugno ma Abe lo para con facilità. Ci riprova ma ancora lui lo blocca. Ci prova
con un calcio,ma di nuovo Brown lo para e stavolta gli afferra la caviglia
facendolo cadere.
-Possiamo andare avanti quanto vuoi.- gli dice in tono ironico.
Eli sbuffa e guarda
storto il suo maestro, poi scuote la testa e se ne va. Abe si augura che abbia
capito ma ne dubita: è una testa calda, gli ricorda se stesso alla sua età e
scommetterebbe che Bob Diamond e Lin Sun gli direbbero che è ancora così in
fondo. Senza volere sorride.
In una casa a due piani
e mansarda di uno dei quartieri più eleganti di New York Kate Bishop scende le
scale riflettendo su quanto le è successo negli ultimi tempi: suo padre si sta
rimettendo dopo il tentativo di suicidio a cui Mysterio l’aveva spinto,[5] ma le
cose non torneranno mai più come prima, se lo sente.
Il ronzio del cellulare
la strappa ai suoi amari pensieri. È un messaggio di Eli. Lo apre con emozione.
Sono diversi come il giorno e la notte o l’acqua e l’olio ma lui le piace
davvero e dice che vuol vederla… o più esattamente vuole l’altra lei.
Kate sospira e torna
velocemente in camera sua.
Nonostante quel che si
racconta, due gemelli possono essere identici nell’aspetto ma diversissimi nel
carattere. È il caso di Billy Kaplan e Tommy Sheperd. Adottati da due diverse
famiglie anche se riuniti molto presto, hanno mostrato subito attitudini
diverse: timido, introverso e gay Billy, arrogante, sfacciato e etero Tommy.
Entrambi, però,
nascondono un segreto alle loro famiglie ed è a causa di quel segreto che
ricevono simultaneamente lo stesso messaggio.
Forse non con lo stesso
entusiasmo, ma rispondono immediatamente.
3.
Il massiccio avvocato di colore Benjamin Donovan,
noto negli ambienti forensi e della malavita come Big Ben, guarda negli occhi
il suo cliente più importante, seduto davanti a lui con una massiccia scrivania
di quercia a separarli e gli dice:
-Ripetimi ancora una volta che non sei stato tu.-
-Non l’ho uccisa io.- afferma con decisione Paul Morgan, boss incontrastato
della Mafia Nera di Harlem -Riflettici: se avessi voluto morta Linda Scott,
sarei stato così stupido da assoldare un cecchino che le sparasse mentre era
nella garconniere che ho sopra il mio ristorante mentre aveva indosso solo una
mia camicia?-
-Sono impressionato che tu conosca una parola come garconniere.-
-Molto spiritoso.-
-Per il resto ti do ragione. Non sei così stupido. Anche se invece di
chiamare la polizia come il bravo cittadino che fingi di essere, hai pensato
solo a sbarazzarti del corpo e ad alterare la scena del crimine.-
-E che altra scelta avevo? Ritrovarmi coi poliziotti a ficcare il naso
nei miei affari giorno e notte solo perché mi sbattevo quella puttanella bianca
non mi andava proprio.-
-Sei ingeneroso con lei, la Scott era una giornalista in gamba, non si
fermava davanti a niente.-
-Con me non l’ha fatto di certo. Mi è finita nel letto pur di avere la
sua intervista. Io non mi sono lamentato, credimi, ma lei ha avuto sfortuna: si
è trovata nel posto sbagliato.-
-Sei convinto che il cecchino volesse uccidere te?-
-Certo. I nemici non mi mancano e il destino ha voluto che lei si fosse
trovata per sbaglio sulla traiettoria di un proiettile destinato a me.-
Big Ben riflette in
silenzio e poi replica:
-Non ne sarei così sicuro. Linda Scott aveva molti nemici anche lei
dopotutto: è stata lei a mettere Devil sulle tracce di Lady Bullseye[6] e ha
aiutato Capitan America e Falcon a mettere in trappola i Figli del Serpente,
tra le altre cose. Poteva essere lei il bersaglio ed è ciò che dirai alla
Polizia se t’interrogherà.-
-E perché dovrebbe?- ribatte Morgan,
-Non essere stupido: alla WFSK sanno che era in contatto con te e prima o
poi vorranno sapere almeno quando l’hai vista l’ultima volta.-
In quel momento la
segretaria di Donovan entra nell’ufficio.
-Scusami Big Ben, ma c’è qui il Sergente Snider che vuol parlare con te…
e Mister Morgan.-
Lupus in fabula non può
fare a meno di pensare Big Ben.
Sul tetto dell’edificio
di Harlem stanno nove figure in costume, sei ragazzi, tra cui un licantropo,
due ragazze ed un androide bianco con fattezze femminili: Patriot, Wiccan,
Speed, Hulkling, Thunder, Lobizon, Black Arrow, Jolt e Eve-1, tutti appartenenti al gruppo che si fa
chiamare Giovani Vendicatori.
Sono arrivati da poco
quando un’altra figura in costume arriva in volo.
-Falcon.- esclama Hulkling.
-Sono felice che abbiate tutti risposto all’appello.- dice loro l’eroe di
Harlem.
-Che vuoi da noi?- lo apostrofa Patriot.
-Il vostro aiuto.- replica Falcon.
-La logica suggerisce che tu non dovresti chiedere aiuto a quelli che per
i tuoi standard sono solo dei ragazzini.- aggiunge Eve-1
-Eve non fare sempre la guastafeste.- interviene Hulkling.
-Siete voi a dire sempre che non volete essere trattati da ragazzini, che
siete responsabili.- ribatte Sam Wilson -È il momento di dimostrarlo.-
-E come?- chiede Kate Bishop .
-Aiutandomi a tendere una trappola ai Figli del Serpente.-
-Quei razzisti? Ci sto.- ribatte Eli Bradley.
-Ci stiamo tutti.- aggiunge Black Arrow -Non è vero?-
La risposta degli altri
è un entusiastico:
-Sì!-
Falcon sorride
soddisfatto.
Liz Mace cammina per le
strade di Virginia Beach, in Virginia, pensando a quello che è accaduto negli
ultimi tempi nella sua vita come ufficiale e come Capitan America.
Camp Lehigh sta tornando a posto dopo l’attacco di
un paio di giorni prima.[7] Presto
ogni segno degli scontri sarà scomparso e tutto sembrerà come prima. Il buono
di tutto quel che è accaduto è che ora il nemico è convinto di aver ucciso
Jacob Paxton e i Van Patrick e loro sono ora sono al sicuro, ma lei non s’illude:
la tranquillità non durerà a lungo.
-Liz, sei proprio tu?-
Elizabeth si volta al
suono di quella voce per trovarsi di fronte il Tenente di Marina Franklin
Mills, suo amore ai tempi dell’Accademia di Annapolis.
-Sono proprio io, Frank, ti trovo bene.- risponde.
Ed è vero: Mills sembra avere una nuova sicurezza di
sé, non sembra più l’uomo in preda ad un crollo nervoso che era diventato quando
si erano ritrovati dopo anni.
-Cosa fai da queste parti?- le chiede lui.
-Potrei farti la stessa domanda.- ribatte Liz.
-Non ho nulla da nascondere.- replica Mills -Sto completando i test
attitudinali per rientrare a pieno titolo nel DEVGRU.-[8]
Nel DEVGRU? Pensa Liz,
sono davvero sicuri che sia pronto? A vederlo sembra di sì ma…
-Posso offrirti qualcosa?- le chiede Mills.
Lo sguardo di Liz deve
essere inequivocabile perché lui si affretta ad aggiungere:
-Tranquilla: mi sono dedicato esclusivamente ai drink analcolici. Il mio
problema con l’alcool è superato e anche gli altri.-
Liz non può che
augurarselo.
4.
L’uomo cammina
tranquillo e l’ultima cosa che si aspetta è di essere sollevato e trascinato in
alto da un tizio volante. Quando lo riconosce, non sa se provare più paura o
disgusto.
-Falcon!- esclama.
-Proprio io.- reclama l’eroe di Harlem -Sei sorpreso di vedermi Wilcox?-
-Lasciami andare,tu… negro.-
-Lasciarti andare? Ma certo.
Falcon lascia la presa e
l’uomo precipita urlando verso il suolo. Ridacchiando Sam Wilson lo raggiunge e
lo afferra appena in tempo per evitare che si schianti al suolo e lo riporta in
alto.
-Posso continuare il giochetto finché non mi stanco.- afferma -A meno che
tu non sia ragionevole e non mi faccia i nomi di tutti i Figli del Serpente che
conosci e sono certo che ne conosci, perché voi fanatici della supremazia
bianca vi conoscete tutti, non è vero?-
-Io… io…-
Falcon lo lascia di
nuovo andare e poi gli vola dietro.
Lou Snider è un
poliziotto molto tenace. Conosce Harlem come le sue tasche e sa cosa aspettarsi
da tipi come Morgan.
-Belinda Scott.- dice.
-La giornalista uccisa?- replica Morgan -Perche mi chiede di lei,
Sergente?-
-Perché la sera prima di morire era venuta nel tuo ristorante.- risponde
l’anziano detective afroamericano -Un taxi l’ha scaricata proprio lì davanti.
Aveva un appuntamento con te per un’intervista, lo sappiamo dal suo
produttore.-
-D’accordo,l’ho vista quella sera per prendere accordi ma dopo cena se
n’è andata da sola. Può chiederlo ai camerieri.-
Che confermeranno la sua
versione, Snider non ha dubbi.
-Se ti chiedessi di poter dare un’occhiata al tuo ristorante, che mi
diresti?-
-Che deve avere un mandato se vuole farlo.- interviene Big Ben Donovan.
-Ma se vuole solo cenare, sarà
sempre un graditissimo ospite, Sergente.- aggiunge Morgan.
-Grazie, ma temo che la cena mi resterebbe sullo stomaco.- ribatte il
poliziotto.
Se dovesse fare una
scommessa, Snider punterebbe una cifra molto alta sul fatto che Morgan nasconde
qualcosa ma non necessariamente l’omicidio di Linda Scott. Ha la sensazione che
la risposta sia da un’altra parte, ma dove?
L’uomo indossa la tuta
ed infila i guanti, poi indossa la maschera. Non può permettersi sensi di
colpa. C’è molto lavoro da fare per togliere il marciume dalle strade e che gli
piaccia o meno, tocca a lui farlo.
5.
Arrivano alla spicciolata, meno di un tempo,
decimati da una serie di sconfitte, ma chi può dire che non sono ancora agguerriti?
Alcuni indossano già il costume rituale e altri lo mettono poco prima di
entrare nel grande salone, poi, tutti insieme attendono.
Passa qualche minuto e
il Serpente Supremo entra a sua volta da una porticina laterale, sale sul palco
e comincia a parlare:
-Amici… confratelli… -
-Per te è finita!-
La voce stentorea
echeggia nella stanza e gli occhi dei Figli del Serpente presenti si volgono
verso chi l’ha pronunciata: uno di loro… o almeno così sembra. La figura
oscilla e si distorce come un’immagine televisiva con una pessima ricezione ed
è un paragone calzante. In un attimo a posto dell’adepto dei Figli del Serpente
c’è l’eroe afroamericano Falcon. L’induttore di immagini chiesto in prestito ai
Vendicatori ha funzionato benissimo.
La confusione si scatena
nella sala. I Figli del Serpente si muovono senza coordinamento ma con un solo
pensiero comune: colpire il loro nemico.
-Uccidiamolo!-
-È solo, non può fermarci.
Sollevandosi sopra i
suoi avversari, Falcon replica.
-E chi ha detto che sono solo?-
Una freccia infrange una
finestra e va a conficcarsi su una trave mentre un pugno verde spacca una
parete.
-I Vendicatori!- esclama qualcuno.
-Quasi esatto.- ribatte un ragazzo che veste una variante della classica
uniforme di Bucky, il compagno di Capitan America durante la Seconda Guerra
Mondiale, ,ma con una maschera che gli lascia scoperti solo gli occhi -Siamo i
Giovani Vendicatori.-
Joy Mercado entra nel
ristorante e va dritta al tavolo dove è già seduto Jack Norriss, Vice Direttore
del F.B.S.A.
-Sei in ritardo.- commenta lui -Ti piace farti desiderare.-
-E a chi non piace?- ribatte la donna sedendosi, poi chiede -Ti è stata
utile la mia soffiata?-
-Se ti rispondo, mi garantisci che nulla di tutto quanto ti dirò vedrà la
luce prima che te lo dica io?-
-Molto a malincuore.-
-Abbiamo rintracciato una serie di pagamenti off shore che rimbalzano tra
vari conti bancari e società fantasma in un gioco di scatole cinesi da far
venire il mal di testa.-
-Quindi la mia “gola profonda” aveva ragione. Mi chiedo chi sia e perché
ha voluto aiutarmi.-
-Una crisi di coscienza magari… o forse una lotta di potere interna al
Consorzio Ombra, chi può saperlo? Quel che conta è che possiamo approfittarne
per distruggere quella malefica organizzazione e ottenere giustizia per le loro
vittime.-
Tra cui Jeff Mace, pensa
Joy. Non si fermerà finché i suoi assassini non saranno puniti, lo ha giurato
ed intende mantenere quel giuramento.
È stato piacevole, Liz
deve ammetterlo. Franklin Mills sembra davvero cambiato, è più disinvolto,
sicuro di sé. Sembra quasi lo stesso
ragazzo che lei ha conosciuto in accademia, anche se dietro ai suoi occhi avverte ancora un velo
di malinconia.
Sono quasi arrivati
all’auto di Liz quando lui le dice:
-È stato bello rivederti, Liz. Mi piacerebbe che succedesse ancora, ma
capisco che tu hai altre priorità adesso e non mi riferisco solo alla tua vita
privata, ma alla tua missione.-
-Di che parli?- replica Liz in tono sospettoso.
-Beh… Non sono stupido. Quando ci siamo rivisti durante la crisi di
Clairton[9] poco
dopo è apparsa quella supereroina, American Dream, e quando sia tuo fratello
che Capitan America sono stati dati per morti nello stesso attentato[10] e una
donna ha preso il ruolo di Capitan America, non mi ci è voluto molto per fare
due più due.-
Liz sospira, in fondo
non è sorpresa. Doveva aspettarselo che qualcuno sarebbe arrivato alle stesse
conclusioni.
-Ascolta Frank, io…-
-No, non dirmi niente, capisco il valore dei segreti e… ATTENTA!-
Mentre lancia quell’urlo
Mills le dà una spinta e Liz sente una pallottola fischiare davanti a lei. Se lui non l’avesse gettata di
lato…
Mills è a terra con un
rivolo di sangue che gli cola dalla fronte.
-Frank!- Urla Liz chinandosi su di lui.
Mills apre gli occhi e
si tocca la fronte.
-Tranquilla.- le dice -È solo una sbucciatura. La pallottola deve avermi
sfiorato.-
-Sicuro di stare bene?-
-Certo, stai tranquilla. Ora va è prendi quel bastardo, io me la caverò.-
Una breve esitazione poi
Liz corre alla sua auto e recupera la sua attrezzatura da Capitan America.
Pochi attimi per cambiarsi al sicuro da occhi
indiscreti e la familiare figura in blu, bianco e rosso corre verso il punto da
cui presumibilmente è partito lo sparo: un tetto vicino. Quando ci arriva lo
sparatore è già sparito. Si tratta di capire dov’è andato.
Cap si dà un’occhiata intorno chiedendosi cosa avrebbe fatto lei al suo posto. Si avvicina
al bordo del tetto. La distanza con quello accanto è poca. Può aver tentato il
salto? Forse dovrebbe…
Un rumore alle sue spalle la fa trasalire. Si sposta
giusto in tempo perché una pallottola le passi accanto senza colpirla. Il suo
avversario non se n’è mai andato: aveva un qualche dispositivo di criptamento
che lo rendeva invisibile o forse è dotato di superpoteri.
Si gira di scatto e davanti a lei c’è una donna
dalla pelle color marrone scuro e gli occhi gialli che indossa un’attillata
tuta color blu intenso. Impugna un fucile con cui si appresta a sparare ancora.
Liz lancia lo scudo e la disarma.
-E tu chi saresti?- chiede.
-Puoi chiamarmi Fatale.- ribatte la ragazza -Ed è ciò che sarò per te.-
Dalle sue mani parte un
raggio di luce e Cap si ritrova accecata. L’effetto deve essere temporaneo o
almeno lo spera.
A quanto sembra, i suoi nemici hanno abbastanza
mezzi da poter reclutare superumani. Il Consorzio, ancora loro, ci
scommetterebbe. Ma ora non può pensare a questo, deve concentrarsi. La sua
nemica cercherà di colpirla prima che riacquisti la vista. Deve cercare di
individuarla usando gli altri sensi. Sente lo scatto di una pistola che viene
armata. È alla sua destra. Deve…
Qualcosa di rotondo
saetta nell’aria e colpisce Fatale mentre una voce maschile dice:
-Non ucciderai nessuno finché è presente il Comandante America!-
Magnifico, pensa Cap, ci
mancava solo un altro matto coi colori della bandiera.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Fine di quello che
potrebbe sembrare un episodio di passaggio ma che non è solo questo, fidatevi.
Ma ora un paio di note.
1) La Dottoressa Wilma Calvin è stata creata da Len Wein & Neal Adams
in una storia dell’Uomo Cosa che non fu mai pubblicata ma in parte utilizzata
come flashback su Astonishing Tales #12
datato giugno 1972 ad opera . Dirigeva un team di scienziati che studiava un
nuovo siero del supersoldato. Nel suo staff anche Barbara Morse, la futura Mimo.
2) La Dottoressa Kavita Rao è stata creata da Joss
Whedon & John Cassaday su Astonishing X-Men # datato luglio 2004 ed è
un’esperta genetista originaria di Calcutta.
Nel prossimo episodio: Capitan America e il
Comandante America contro nemici agguerriti, Falcon chiude i conti con i Figli
del Serpente con l’aiuto dei Giovani Vendicatori e molto altro.
Carlo
[1] Judge Advocate General, corpo che fornisce avvocati, pubblici ministeri e giudici alla giustizia militare
[2] Criminal Investigative Department.
[3] Défense Intelligence Agency, l’agenzia di spionaggio e controspionaggio del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
[4] Federal Bureau of Superhuman Affairs.
[5] Come visto in Occhio di Falco MIT #21/22.
[6] Daredevil MIT #3.
[7] Ovvero nello scorso episodio.
[8] DEVGRU, nomignolo dato al l’United States Naval Special Warfare Development Group, noto anche come Team SEAL 6, team dei Navy SEAL inquadrato nel Comando Congiunto delle Operazioni Speciali delle Forze Armate degli Stati Uniti.,
[9] Difensori MIT #44/46.
[10] Su Capitan America MIT #50